Ritorno al racconto
È trascorso un anno e il ritorno al racconto è, nella società dinamica di oggi, ciò che abbiamo cercato e che continueremo ad auspicare, perché se già in Italia si legge poco, le abitudini della vita contemporanea e le distrazioni tecnologiche determinano un aumento dei non lettori.
La buona lettura sembra relegarsi sempre più esclusivamente negli spazi occupati dagli addetti al settore. Scrittori, critici, insegnanti, giornalisti e organizzatori di eventi culturali appartengono a questo insieme. Discostandoci da essi, il campo improvvisamente si inaridisce, desertificandosi. Negli anni, per fare un esempio, la schiera dei miei amici-lettori si è decimata: da quando a uno a uno hanno cominciato a studiare all’università e successivamente trovato lavoro, il tempo dei romanzi, delle saghe, delle letture è finito.
Il racconto diviene così una chiave per riaprire i cancelli della lettura e un invito ad accedere, oltre che a utilizzare questo mezzo per migliorare le nostre coscienze, già adulte, e la nostra società civile.
Il racconto, la sua brevità, quindi, sono per noi de «Il Raccoglitore» lo strumento della lotta contro questo incremento in negativo. Se infatti è vero che noi contemporanei ci muoviamo incollati ai nostri smartphone, distratti dalla ricerca di consensi e condivisioni, è anche vero che la narrazione è intrinseca, interna alla natura dell’uomo, probabilmente radicata allo stesso modo o ancor di più del bisogno di autoaffermazione proprio di ogni essere umano e mai esterna quanto è esterno un oggetto. E questa natura amante delle storie può essere risvegliata partendo dai piccoli passi: i racconti. I racconti, quelli che si fa in tempo a leggere tra la fermata della metro del proprio quartiere e quella nella quale si scenderà per andare a studiare o a lavorare; il racconto che, non troppo più lungo di un post, accende la curiosità di ascoltare nuove storie. Di tutti i generi, di tutti gli stili.
Per portare avanti questo lavoro è importante anche tenere presente chi siamo, ricordarlo a noi e a voi che ci leggete. A poco più di un anno dal primo numero de «Il Raccoglitore», questo è quello che possiamo affermare: abbiamo creato trentasei rubriche di racconti e buoni interessi, contiamo venticinque collaboratori; abbiamo lanciato un concorso di poesia internazionale e promosso la lettura ad alta voce, on the road, in collaborazione con #Recitationes; sono stati realizzati cartoni animati e vignette con le nostre mascotte. Abbiamo scritto e abbiamo fatto leggere.
Obiettivo del nuovo anno è continuare come sin qui fatto, anche con più energia, se sarà necessario, ma soprattutto inglobando racconti, narrazioni, stili sempre più diversi, pur provando a rintracciare una caratteristica distintiva della nostra area geografica e del nostro tempo. Promuovere la lettura, cercare nuove voci, scoprirci indagatori e registratori umani della realtà odierna e del gusto letterario a noi contemporaneo. Saremo dei Cercatori, il racconto il nostro Boccino d’Oro. Ancora una volta.
Le rubriche le abbiamo create su misura: forma e temi in base alla personalità, alle esperienze e agli studi degli autori, come fossero vestiti di sartoria. E continueremo a provare ad essere così artigiani, nella selezione del materiale e nelle composizioni.
In questo numero 2 anno II abbiamo raccolto testi già pubblicati online e testi ancora inediti. Troverete ad esempio due racconti mitologici, uno antico e uno contemporaneo a cura di Roberto Bernasconi e Tancredi Greco; una versione della leggenda siciliana di Colapesce, narrata da Francesca Adamo Cefalù; l’intervista dell’8 settembre 2018 allo scrittore Giuseppe Conte e una sua Ballata; ma anche le migliori uscite delle rubriche di Mary Basso (ArtiFacts), Giuseppe D’Abramo (Il Bestiario del III Millennio), Giovanna Busacca (Quella che non sa tacere), Lucia Battistel (E-mail alle donne di carta), Bruno Contini (Arboretum, storie da un erbario), Nicolò Vallone (Lo Sport nel Vallone), Alessandro De Concini (Scuola e apprendimento) e un testo di letteratura di Marco Corsi (Contrafforti, storie di poesia); e ancora un componimento di Giuseppe Langella, recensioni di Claudio Volpe e Federica Falco e tante altre rubriche.
Infine, un accenno al Concorso di Poesia Internazionale #Recitationes. Siamo lieti della partecipazione e dell’interesse riscontrati. Come prima edizione non potevamo chiedere di meglio. Mi preme sottolineare che è sopratutto grazie ai concorrenti che questo nuovo numero ha visto luce in formato cartaceo. Dunque, godiamoci i racconti, le poesie e i risultati raggiunti,
buona lettura!
G.B.