«C’era una volta in una metropoli chiamata Milano una ragazza, un’umana, che doveva recarsi in un luogo, un a-e-ro-por-to, per poter volare nella propria città d’origine. Non avendo abbastanza soldi per pagare un taxi…» «Cos’è un taxi, nonna?» la interruppe uno dei nipotini, il più piccolo. Aveva capelli biondissimi e gli occhi color dell’ambra. «Una scatola trasporta-umani, tesoro.» rispose prontamente la nonna, una signora dai vestiti stravaganti lilla e blu cobalto, la schiena ben dritta nonostante la longeva età, e nota a tutti come madre Maliarda. «Dicevo, mio caro Italo,» riprese a raccontare «che non avendo abbastanza soldi per pagare un taxi, la ragazza pensò di andare con la metro, una specie di tubo metallico, che veloce come un basilisco, si muove sotterraneo nelle città.» a quelle parole la nonna simulò il movimento del mostro serpentiforme che i nipoti ben conoscevano dalle tante storie che avevano udito e letto. «Giunta agli argentei passaggi, i tornelli, la giovane si accorse di aver dimenticato a casa il proprio abbonamento metro,» madre Maliarda si interruppe ancora una volta, avendo scorto la fronte nuovamente aggrottata del giovane Italo, «una carta di flessibile plastica.» aggiunse immediatamente, in tutta spiegazione …
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